Quanto sta accadendo con i migranti mi riporta alla mente un pessimo articolo apparso su “le monde” un paio d’anni fa. Scritto da un giornalista americano ben servile al sistema che, come si dice dalle mie parti, mi fece ingrippare lo stomaco.
Un articolo che parla, racconta anzi esalta il ruolo “storico” dell’America, o meglio degli Stati Uniti d’America, nel loro ruolo oramai consolidato di civilizzatori e portatori di democrazia e libertà nel mondo. Oserei dire di pacificatori. Se non ricordo male anche tra i “mafiosi” esiste la figura del paciere.
Personalmente ho un debole per quel continente e sono certo, stracerto, anzi lo so, che non tutti la pensino come questo “povero” giornalista. Tuttavia quest’articolo mi ha portato ad una riflessione che vorrei condividere. Giusto per una riflessione e nulla più sulla storia di chi oggi si erge a civilizzatore del mondo e portatore di giustizia. Storia che per certi versi si ritrova nel nostro dramma quotidiano di disperati che arrivano a noi, se arrivano, con barconi fatiscenti e nell’atteggiamento ipocrita ed irresponsabile che il nostro mondo “civile” sta assumendo. Persone spesso ingannate ed illuse da abili mercenari e commercianti di speranza.
“Vedo ancora le donne e i bambini trucidati, ammassati e disseminati lungo il burrone. Li è morto il sogno di un popolo. Un popolo meraviglioso“.
Con queste parole lo scrittore Alce Nero inizia il suo libro “seppellite il mio cuore a Wounded Knee“. Un libro che riassume come in tre secoli il nascente popolo americano, quello che tra il 1600 e la fine del 1800, diede vita agli Stati Uniti d’America, quello stesso popolo, oggi eletto (auto eletto) e da tutti riconosciuto a simbolo mondiale di libertà, democrazia e civiltà, seppe ridurre la popolazione dei pelle rossa, i nativi americani, da 10 milioni a circa settecentomila.
Il mio Blog | Marcello Gianferotti
Nell’ultimo secolo gli Stati Uniti D’America hanno fronteggiato il loro problema con gli Afro- Americani che, per certi versi, non pare proprio risolto. Si fanno dibattiti sulla questione Afro- Americana. Spesso si teme che in alcune nostre città si possano creare quartieri come il Bronx ecc. Ma c’è un piccolo particolare che pare essere trascurato. Gli Afro-Americani cresciuti in America da secoli NON l’hanno chiesto di andare la. Li hanno presi, rubati, rapiti e portati la. Si è trattato di un vero e proprio sequestro di persona, deportazione e schiavismo. E chi ha mai pagato per questo? Chi ha mai istituito tribunali internazionali?
Però gli americani giudicano e civilizzano il mondo. Portatori di giustizia e democrazia a suon di bombe. Senza mai aver pagato per i loro misfatti. Oggi, nel ventunesimo secolo, ci sono tribunali internazionali pronti a giudicare tutto e tutti coloro dissociati dal nostro standard, dal nostro credo, dalle nostre regole. Già nel ventesimo secolo, nel1945, il Tribunale di Norimberga, presieduto dagli americani giudicava (a ragione) i Nazisti.
In tutto questo io vorrei solo sapere, capire, quanti metri e quante misure esistano nel mondo e quanto debbano essere elastici per “coprire” o mascherare l’ipocrisia e l’infamia del mondo “civile”. Quello che in nome della civilizzazione ha violentato, invaso, rapinato e stuprato il continente africano per secoli ad esempio; quello che in nome del progresso ha cancellato dalla faccia della terra oltre nove milioni di nativi americani. Ecc ecc.
Ma questi chi li giudica? Chi giudica quella mandria sempre più nutrita che crede sia suo il diritto chiudere la parte di mondo disperato fuori dai loro confini. Chiusure che spesso nono più ideologiche che di cemento. Chi giudica questa gente? Chi giudica chi pensa d’avere il diritto di conservare il proprio benessere a discapito di quello degli altri. Chi giudica chi pur d’indossare vestiti di marca o pagare sempre meno per le risorse energetiche non si oppone allo sfruttamento della manodopera minorile, allo sfruttamento dei popoli e delle loro risorse naturali, ecc.
Chi da o chi darà giustizia alle loro vittime? Forse un giorno… Forse un giorno anche noi che tacitamente avalliamo, giriamo lo sguardo vili, perché solo di vigliaccheria si tratta, che ci auto giustifichiamo dicendo … “Ma erano altri tempi”… “Bisogna vedere le cose nel loro momento storico” … “Oggi si combatte per assicurare a tutti i diritti inviolabili dell’uomo”… noi siamo per l’accoglienza, ma sono troppi… noi li accogliamo ma loro ci rubano il lavoro…; oppure loro in hotel ed i nostri disoccupati in mezzo alla strada (come se il fatto che la non corretta assistenza degli anziani e dei disoccupati fosse colpa dei migranti e non nostra); oppure vengono qua solo per delinquere ecc.
Tutte stupidaggini (per non dire di peggio)! Io creso che un giorno dovremo rispondere di questo. Il conto arriva sempre. I processi, i tribunali internazionali, le indignazioni pubbliche sono altrettante boiate, alibi e teatrini per darci un tono, una parvenza di civiltà e democrazia. Una civiltà oggi bella ed agiata pagata con il sangue e la felicità di interi popoli. Mi chiedo infatti se nessuno oggi si chieda davvero, ogni tanto, quanto è costato il nostro agio attuale e chi, veramente, lo abbia pagato. ci professiamo Cristiani, ma di carità Cristiana se ne vede ben poca. Ma la domenica comunque tutti a messa puntuali.
Eppure sarebbe tanto semplice. Accogliamo chi ci chiede aiuto ed una speranza. E quando sbarcano, se davvero siamo un popolo civile come diciamo, come crediamo, come vogliamo essere, non dimentichiamoci del passato e per prima cosa diamo loro il benvenuto e chiediamo loro scusa e poi chiediamo cosa possiamo fare per loro per rimediare. Certo anche l’accoglienza deve avere le sue regole e deve chiederne ed imporne il rispetto, ma che siano regole volte al fare ed alla condivisione reciproca e non al solo mero ostacolare con il solo intento di ghettizzare.
Chiediamo loro di rispettare le nostre regole consapevoli però del fatto che noi le loro le abbiamo calpestate per secoli e secoli. L’obbiettivo delle nuove generazioni deve essere quello di abbattere, disintegrare i confini tra i popoli. Non tanto quelli geografici quanti quelli mentali. Se davvero esiste un problema di ipocrisia nella giustizia sociale per poterlo risolvere bisogna prima riconoscerlo. Non è possibile risolvere un problema del quale non si riconosca a priori l’esistenza.
FONTE: SAMIZDAT EDICIONES – LA VOZ
La Voz Libre – La Voce Libera – La Voix Libre – The Free Voix – A Voz Livre –
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